Il paese che non c'è

 
 

Contributo di Silvia Passerini

Il paese che non c’è non vuol essere il paese dei nostalgici, ne il paese dei malcontenti, ma piuttosto rappresenta il paese vuoto, non vissuto, il paese dimenticato che è restato e resta in attesa di essere valorizzato e di avere un ruolo riconosciuto con una grande ambizione quella di rivivere, di essere ri-abitato.
Alcuni dati interessanti sono quelli raccolti dal censimento del 2007 condotto da Legambiente e Confcommercio, dove risultavano già ad allora , quasi 2.800 comuni a disagio insediativo, ossia a rischio di desertificazione sociale. Ovviamente i comuni già dis-abitati sono altri ancora, una somma che rappresenta un patrimonio importante.
Una dorsale che parte dalle Alpi e che attraversa l’entroterra del paese Italia e arriva fino alle terre del nostro più profondo sud.
Oggi consapevoli della nostra storia nazionale, dobbiamo guardare criticamente al nostro presente per costruire il nostro futuro.
Perciò ripartire dai margini, sembra essere un’opportunità.

 

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Foto di Linda Trevisan

 

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